1° incontro Fedeli Laici Volontari di Grezzago e Trezzano Rosa

VOLONTARI

Il volontariato è un’attività di aiuto e di sostegno messa in atto da soggetti privati o associazioni, generalmente non a scopo di lucro, per varie ragioni che possono essere di altruismo, di generosità, interesse per l’altro o di qualsiasi altra natura. Il volontariato può essere operato individualmente o in associazioni organizzate.
L’Italia è al 1º posto nel mondo nel volontariato.
Normativa e requisiti legali delle associazioni di volontariato
La legge 11 agosto 1991 n. 266 regola il volontariato organizzato e istituisce delle strutture per lo sviluppo e la crescita del volontariato su base regionale (i Centri di Servizio per il Volontariato), che forniscono gratuitamente alle Organizzazioni di Volontariato servizi nel campo della promozione, della consulenza, della formazione, della comunicazione e molti altri.

Per la legge italiana il volontariato organizzato nelle associazioni ha le caratteristiche previste dalla legge 266/1991, caratteristiche che sono le seguenti:

  • l’assenza di finalità di lucro;
  • la democraticità della struttura, cioè l’elettività delle cariche associative (oltreché la loro gratuità);
  • la gratuità delle prestazioni degli aderenti;
  • i diritti e gli obblighi degli aderenti e l’esplicitazione dei criteri della loro ammissione ed esclusione;
  • l’obbligo della formazione del bilancio e le modalità di approvazione dello stesso da parte dell’assemblea degli aderenti;
  • divieto assoluto di retribuzione degli operatori soci delle associazioni.

Le organizzazioni di volontariato traggono le risorse economiche per il loro funzionamento e per lo svolgimento della propria attività da:

  • contributi degli associati;
  • contributi di privati;
  • contributi di enti pubblici finalizzati esclusivamente al sostegno di specifiche e documentate attività o progetti;
  • contributi di organismi internazionali;
  • donazioni e lasciti testamentari;
  • rimborsi derivanti da convenzioni;
  • entrate derivanti da attività commerciali e produttive marginali.

Volontariato in Parrocchia?

In Parrocchia il volontario è più che un volontario: è un “collaboratore”, un “co-responsabile”, uno “sponsor”.
La Parrocchia (dal greco parà-oikia = vicino alle case) è il luogo sacro costruito “vicino alle case” per avvicinare Dio all’uomo, per coltivare e far crescere la fede cristiana cattolica: le strutture e gli strumenti hanno quindi questo principale, fondamentale e unico scopo.
La Parrocchia ha la vocazione di essere “Scuola di preghiera”: così la definì San Giovanni Paolo II (NMI 33). La Parrocchia è anche “casa della comunità”: la Parrocchia è l’insieme di tutte le famiglie. E’ Famiglia di famiglie. Non luogo di conquista di pochi eletti, ma luogo in cui tutti i fedeli del territorio possano sentirsi accolti, ascoltati, conosciuti.

La Parrocchia è quindi per tutti. E se è per tutti, non è di nessuno in particolare. Proprio per questo è necessario che ci siano delle regole e degli orari perché si custodisca la sua indole di “per tutti e di nessuno”.
La Parrocchia è anche il luogo specifico della presenza di un prete, pre-posto del Vescovo, perché a nome suo annunci il Vangelo di Gesù, faccia crescere nella fede cristiana, custodisca con cura gli ambienti perché siano ospitali e accoglienti.
Il Parroco non è il padrone della Parrocchia. Il Parroco è Rappresentante legale a tutti gli effetti della Parrocchia: responsabile delle strutture e di tutto ciò che è proposto. Abita in Casa Canonica e ci abita con spirito di rispetto e di gratitudine. La canonica non è di proprietà del parroco. Buona cosa che la casa sia arredata con spirito di povertà ed essenzialità. In casa canonica il Parroco, pastore del gregge di Dio, accoglie e ascolta i fedeli. E’ necessario quindi che la casa canonica sia frequentata con discrezione e rispetto.
In canonica c’è l’ufficio dove sono custoditi i “Registri dei Sacramenti”, che sono atti di assoluta riservatezza; i registri in cui sono annotate le spese per la gestione delle strutture; e tutte le altre documentazioni necessarie allo svolgimento del “divino compito” affidato alla Parrocchia. Nell’ufficio sono conservati anche documenti “sensibili”. Buona educazione saperlo e avere rispetto del luogo chiedendo sempre il permesso per prendere o spostare cose, fogli, documenti. Nell’Ufficio, il Parroco riceve le persone attraverso un orario pubblico per consentire a tutti una adeguata e tranquilla accoglienza. Nell’ufficio il Parroco non solo riceve e registra le intenzioni della S.Messa, apre la posta, prepara gli avvisi, ma riceve anche le lacrime per un dolore, confidenze per un aiuto e richieste per un consiglio. Nell’ufficio il Parroco riceve telefonate delicate e problematiche. L’ufficio quindi non deve essere un corridoio di passaggio, né l’alternativa alla piazza. E’ NECESSARIO quindi che non si entri in Casa canonica con esuberanza, tracotanza, né si tenga un tono di voce esagerato.

Nella Casa canonica vi sono anche le AULE per il catechismo e per gli incontri di gruppo. Spesso vengono date in “uso” anche per piccole festicciole (compleanni di bambini fino a 10 anni) e per incontri ad uso pubblico (mai politico). E’ necessario che sia sempre garantito il decoro e la pulizia. Questo deve avvenire con regolarità con l’ausilio di volontari, ma anche con la concreta partecipazione di chi utilizza gli spazi: ragazzi, genitori, adulti, catechisti.
In Parrocchia ciascuno deve trovare un luogo bello, caldo, curato, accogliente dove poter essere accolto e dove poter crescere “buoni cristiani e onesti cittadini”

S.Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi (1Cor 12,12-31), così scrive:

[12] Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. [13] E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. [14] Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte
membra. [15] Se il piede dicesse: “Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo”, non per questo non farebbe più parte del corpo. [16] E se l’orecchio dicesse: “Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo”, non per questo non farebbe più parte del corpo. [17] Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l’udito? Se fosse tutto udito, dove l’odorato? [18] Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. [19] Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? [20] Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. [21] Non può l’occhio dire alla mano: “Non ho bisogno di te”; né la testa ai piedi: “Non ho bisogno di voi”. [22] Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; [23] e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza, [24] mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, [25] perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. [26] Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. [27] Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. [28] Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. [29] Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli? [30] Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? [31] Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte.

QUINDI, tutti i battezzati DEVONO SENTIRSI CHIAMATI A DARE VOLTO ALLA CHIESA CON IL PROPRIO VOLTO!

Un giorno di qualche anno fa, una persona della Parrocchia in cui ero parroco, entrò nel mio ufficio e mi disse: “Don, io non ho soldi. Però ho queste mie mani!”. Mi diceva che voleva dare una mano alla Parrocchia che era in grave situazione economica, e mi mostrava fiero e convinto le sue mani. Così fece…e continua a fare: aiuti concreti per fare della sua Parrocchia un luogo accogliente e in cui si possa crescere “buoni cristiani e onesti cittadini”.
Ecco il volontario in Parrocchia: ha il sapore della co-responsabilità. Sono “responsabile insieme” per un bene prezioso che è di tutti. Un bene che è un luogo che deve essere il riflesso della Presenza di Dio in mezzo alle nostre case.
In Parrocchia vengo a donare quello che sono e il donarmi è necessario alla mia crescita e alla mia maturità di uomo, di donna e di credente. Non uso la Parrocchia per i miei scopi. Anzi: do del mio perché il “Vangelo sia diffuso e conosciuto”: “In seguito, Gesù se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni” (Lc 8,1-3).

 

Incontro Volontari Laici – Scarica il File

Documento Collaborazione Volontaria – Scarica il File

Comunità Pastorale Madonna del Rosario

La Comunità Pastorale "Madonna del Rosario" è composta dalle parrocchie di Trezzano Rosa e Grezzago

P.zza San Gottardo 7, Trezzano Rosa

+39 02 90960048

info@cpmadonnadelrosario.it

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